In questo articolo:

Movingfluid può aiutarti a ottimizzare i processi e raggiungere una maggiore efficienza produttiva. Scopri in che modo, leggi di più nei casi studio.

 

Ottimizzare il processo di produzione e ridurre le inefficienze. Hai mai pensato che forse il tuo è un problema di impianto?

Ci sono aziende che pensano all’ottimizzazione di un processo produttivo e altre che lasciano tutto al caso. Giusto?

Sbagliato.

L’efficienza produttiva è la preoccupazione, nonché l’obiettivo, di tutte le aziende.

Solo che alcune si adagiano e seguono un pensiero e un metodo tradizionali. Altre, invece, non si accontentano e chiedono una soluzione fuori dagli schemi, un’idea che promuova l’innovazione, risolvendo una volta per tutte alcune sfighe. Perché le sfighe sono costi in più da sostenere, e a nessuno piace sprecare risorse.

I processi industriali sono complessi, in ogni settore. Ottimizzarli è altrettanto complesso, e per farlo è necessario raccogliere dati in tempo reale, ridurre i fermo macchina, calcolare l’OEE (Overall Equipment Effectiveness)… la tua azienda lo ha fatto, eppure l’equilibrio ottimale tra costi di realizzazione e profitto sembra lontano.

Da cosa potrebbe dipendere? Può essere un problema di impianto.

Come puoi risolverlo? Chiamando gli specialisti di Movingfluid, che sono già venuti a capo di moltissime sfighe nel campo della movimentazione fluidi.

Prima, però, un po’ di teoria.

L’efficienza produttiva nei processi dell’industria 4.0 data driven

Un sistema di produzione efficiente processa e crea gli output richiesti dalle vendite utilizzando nel migliore dei modi le risorse disponibili: solo ottimizzando i processi produttivi si raggiunge la condizione in cui costi ridotti e rispetto dello standard qualitativo convivono.

Si tratta di stabilire, da un lato, qual è l’efficienza ideale del sistema e, dall’altro, qual è la situazione reale, per poi valutare in che modo migliorarla. Da dove si parte? Da raccolta e analisi dei dati, che permettono di individuare fermi macchina non pianificati, quantificare gli scarti, capire quante rilavorazioni sono necessarie e perchè. I dati, naturalmente, servono anche per controllare i KPI di produzione e gli obiettivi di business.

Per determinare l’efficienza produttiva totale di un impianto, si utilizzano indicatori come l’OEE (Overall Equipment Effectiveness), calcolato con il modello classico (prodotto dei tre indicatori percentuali di performance: disponibilità, prestazione, qualità), oppure con un modello innovativo che considera il tempo redditizio diviso per il tempo disponibile.

Quando le risposte non bastano, arrivano le domande di Movingfluid

L’analisi dei dati raccolti, dei KPI e dell’indicatore OEE fornisce il quadro dell’efficienza produttiva e consente di pianificare degli interventi per migliorarla. In pratica, fornisce delle risposte. Eppure, a volte, tutto questo non è abbastanza.

Servono altre domande. Serve l’esperienza di Movingfluid.

L’inefficienza di un impianto, infatti, può essere collegata a un problema dell’impianto stesso. Un problema che non può essere risolto con un approccio tradizionale. Lo sanno bene i nostri clienti, che hanno affidato agli sfigasolver l’analisi e l’ottimizzazione dei loro processi produttivi.

Facciamo degli esempi pratici, anzi, uno per tutti: le lavorazioni manuali. In settori industriali come carta tissue, edilizia, agricoltura, chimica-farmaceutica, l’intervento degli operatori può causare una diminuzione della qualità, con conseguenti ritardi, necessità di rilavorazioni e incremento degli scarti.

 

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Noi abbiamo la soluzione.

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Il lavaggio automatico delle cisternette migliora l’efficienza produttiva:

Le cisternette IBC da 1000 litri in polietilene ad alta densità e ad alto peso molecolare sono molto comuni nelle aziende farmaceutiche, chimiche, alimentari, nell’edilizia e nel settore alimentare. Costano poco, sono versatili e si possono movimentare con una certa facilità: la soluzione ideale per contenere fluidi. L’alternativa alla plastica è l’acciaio INOX.

Le cisternette di entrambe le tipologie si possono riutilizzare, dopo un’attenta pulizia manuale. Un’operazione che richiede del tempo, è costosa e pericolosa. Nel caso del nostro cliente, che aveva bisogno di circa 10/15 cisterne al giorno, servivano 4 ore di lavoro per pulirne una con l’idropulitrice. C’era poi da considerare la difficoltà di spostare a mano 50 kg di peso e il rischio di lavorare in ambienti scivolosi, insalubri e sporchi.

Infine, la pulizia di tutte le cisternette impiegate generava fino a 800 litri al giorno di acque reflue da smaltire. Una scelta eco-friendly – riutilizzare i contenitori – era diventata insostenibile, sia per la quantità di tempo e risorse utilizzate, che per i costi.

L’intervento di Movingfluid ha risolto tutte queste sfighe con l’automazione lavaggio cisternette IBC, una soluzione che ha permesso al nostro cliente di ridurre i costi della manodopera e dello smaltimento acque residue del 75% e i costi totali del lavaggio del 71%.

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AHEAD, l’impianto per l’incollaggio industriale automatizzato che ottimizza il processo produttivo

Per risolvere un problema, bisogna individuarlo. Serve fare le domande giuste, quelle che portano a capire come mai una produzione industriale non è efficiente come potrebbe. Gli sfigasolver lo hanno fatto per Toscotec, un’azienda del settore cartario che, in apparenza, non aveva criticità.

Questo è ciò che dicevano i dati. Nel sistema utilizzato per l’incollaggio, però, i nostri specialisti hanno visto dei limiti e hanno studiato il modo per oltrepassarli.

In Movingfluid abbiamo elaborato un’idea per l’automazione del processo di incollaggio industriale che ha apportato una serie di vantaggi all’azienda:

  • processi più sicuri
  • riduzione consumi
  • zero tempi morti
  • riduzione drastica costi di manutenzione
    Si chiama TOSOTEC

Grazie all’impianto di incollaggio automatico per bobine di carta, inoltre, in Toscotec la qualità e la velocità delle operazioni è cresciuta: parliamo dell’applicazione di circa 160 cc di colla in 1,6 secondi, su una superficie orizzontale di 2.600 mm di larghezza per 3 volte all’ora!

 

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Incrementare l’OEE con una soluzione fuori dagli schemi

Il tissue converting è un altro dei settori in cui le lavorazioni manuali abbondano. Il marchio d’eccellenza Körber Tissue ha contattato Movingfluid per chiederci un parere su un caso specifico nell’ambito del progetto aziendale “Warm up”. Lo scopo di “Warm up” era creare uno strumento che aumentasse la produttività degli impianti nuovi ed esistenti, tramite una nuova tecnologia del calore da applicare al rullo goffrante. Si trattava di ottimizzare i tempi e rendere la produzione molto più efficiente.

Dal calcolo dell’efficienza produttiva, risultava che il margine di miglioramento era notevole, dal momento che stiamo parlando di linee dove un 1% di incremento dell’OEE annuo vale circa 200K euro di Margine Operativo Lordo. Körber aveva una soluzione, che però non era applicabile nella pratica.

Così è entrata in scena Movingfluid e, dopo 12 mesi di lavoro, un’altra sfiga è stata risolta in modo brillante, con un’idea fuori dagli schermi. Abbiamo progettato e realizzato un impianto composto da due unità: una macchina frigorifera e un termoregolatore per il rullo goffratore. Abbiamo poi creato un circuito chiuso di carico e scarico liquido dal rullo. Il prototipo ha superato tutti i test, è stato avviato a una prima prototipazione sul mercato internazionale ed è stato certificato EAC. Puoi leggere tutte le sue caratteristiche nell’articolo dedicato all’efficientamento produttivo per Körber Tissue.

 

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Risolviamo le sfide (e le sfighe) della movimentazione fluidi per la tua azienda: mettici alla prova!

Risolvere sfighe è il nostro lavoro. Lo facciamo ogni giorno, per l’industria automotive, cartaria, alimentare e per tantissimi altri settori. Dove altri vedono un problema, noi progettiamo una soluzione.

 

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